Sementina, Gennari: “Crediamo alla promozione. Kabamba miglior difensore in Ticino. Pasquinelli tosto e gli arbitri…”

Calcio, Seconda lega

Autore Simone Belluzzi

4 Febbraio 2025

Continua la crescita del Sementina, che negli ultimi anni si è affermato come una delle realtà più interessanti della Seconda Lega. Una squadra che punta in alto, guidata da un gruppo unito e ambizioso. Anche in questo girone d’andata, i ragazzi di Alessio Righi hanno disputato un ottimo percorso, chiuso al secondo posto, a quattro lunghezze dalla capolista Castello.
Non si vuole nascondere Bruno Gennari, che ci racconta la realtà del Sementina e le ambizioni del gruppo per una seconda metà di stagione tutta da vivere.

Bruno, il Sementina ha chiuso il girone d’andata con un ottimo secondo posto. Quali sono le tue riflessioni sulla prima parte di stagione?

La valutazione è positiva: sono contento e soddisfatto di quanto fatto perché il secondo posto era un obiettivo alla nostra portata, e lo abbiamo raggiunto con merito. Certo, rimane un po’ di amarezza per la sconfitta e l’eliminazione in Coppa, perché penso che avremmo potuto dire la nostra. Ma il calcio è così.

Guardando al girone di ritorno, quali sono le tue aspettative personali e di squadra? L’obiettivo è la promozione?

Credo che la promozione sia un obiettivo alla nostra portata, considerando anche quanto mostrato nel girone d’andata. Possiamo fissarcelo come traguardo, tutti insieme.
Personalmente, il mio obiettivo è continuare a dare il massimo per la squadra e, perché no, magari segnare qualche gol in più.

Hai avuto la possibilità di giocare in tante realtà importanti del nostro cantone. Quale di queste esperienze ti è rimasta maggiormente impressa e perché?

L’esperienza che mi è rimasta più impressa è stata quella in Challenge League con il Chiasso. Ho provato a fare il grande salto nel calcio professionistico, e questo mi ha arricchito molto, sia a livello personale che calcistico. Mi ha permesso di crescere tanto, conoscere nuove persone fondamentali per il mio percorso e vedere le cose da una prospettiva diversa.

Sono ormai cinque anni che difendi i colori del Sementina. Cosa ti ha colpito di questa piazza?

Quello che mi ha colpito di più è l’ambiente: la coesione tra società e giocatori è unica, non ha eguali in Ticino. Il Sementina è una grande famiglia. Da quando sono arrivato, tanti giocatori sono passati e altri se ne sono andati, ma la serenità e l’entusiasmo sono sempre rimasti. Questo rende tutto speciale per me.

C’è un giocatore a cui ti ispiri?

Mi piace tanto Sergio Ramos. È stato, a mio parere, uno dei migliori difensori a livello internazionale per molti anni: completo, carismatico e con una personalità straordinaria.

Tra gli allenatori che hai avuto, chi ti ha lasciato il segno più profondo?

Diversi allenatori hanno avuto un impatto importante sulla mia crescita. Tra tutti, Guillermo Abascal è stato quello che mi ha dato di più a livello tecnico e calcistico. È un grande professionista, molto attento ai dettagli, un motivatore incredibile che credeva molto nei suoi giocatori. Voglio citare anche Maurizio Berriche e Francesco Ardemagni, che mi hanno colpito a livello umano: per me sono stati come dei padri.

Tra i tuoi compagni di squadra, chi consideri il più forte con cui hai giocato? E quale avversario, invece, ti ha messo più in difficoltà sul campo?

È difficile scegliere il più forte, perché ho avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio con tanti giocatori di altissimo livello. Però cito due nomi: il primo è Moreno Elia, che ai tempi era semplicemente inarrestabile: se ti puntava, ti saltava sempre. Il secondo è Noel Kabamba: penso che sia uno dei difensori più forti che io abbia mai visto a livello ticinese, per grinta, determinazione e “garra”.
Tra gli avversari, ricordo Pasquinelli del Balerna (che è tornato a vestire la maglia nerazzurra in questo mercato invernale, ndr), che ho affrontato l’anno scorso. È un giocatore molto tosto, veloce e con cui è stato divertente giocare contro. Devi mantenere un livello di attenzione sempre alto contro di lui.

Da protagonista del calcio regionale da tanti anni, c’è una regola o un aspetto del calcio che cambieresti per migliorarlo?

Cambierei il rapporto tra giocatori e arbitri. Ammetto che a volte, nella tensione della gara, anche io ho protestato o detto qualcosa di troppo. Però bisogna sempre ricordarsi che gli arbitri sono persone come noi, che si mettono in gioco e possono sbagliare, proprio come noi sul campo.

Qual è stato il momento più bello della tua carriera finora? Hai qualche ricordo particolare che ti piace rivivere?

L’esordio in Challenge League con la maglia del Chiasso è uno dei ricordi più belli che ho. È stato un bel salto di qualità, ed ero davvero felice.
Mi piacerebbe anche rivivere gli anni del Team Ticino: sono stati fantastici. Ho potuto apprendere e vedere molto, ma allo stesso tempo mi sono divertito, facendo quello che amo di più e ho legato con tanti ragazzi che ancora oggi sono ottimi amici.

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