Nel nome del padre: da Stoccarda a Stoccarda

Calcio, Editoriali, Euro2024

Autore Riccardo Vassalli

6 Luglio 2024

È il 6 novembre del 1991. Le lancette degli orologi dello Neckarstadion – oggi Mercedes Benz Arena – stanno quasi per segnare le 21:00, quando il centrocampista dell’Osasuna Angel Merino trova il momentaneo 0-2 in casa dello Stoccarda in Coppa UEFA. Fate attenzione ai nomi, ai luoghi e alle storie. Perché forse aiutano a rispondere alla domanda “che cosa è il destino?”.

E che cos’è il destino se non un estroso passo di flamenco attorno a una bandierina del calcio d’angolo? Che cosa è il destino se non un hijo rojo che unisce padre e figlio nello stesso posto, con la stessa gioia nel cuore, 11930 giorni dopo? 

Chiedetelo ad Angel e Mikel Merino, che cosa è il destino. Chiedetegli per quale assurdo e mistico, motivo lo stadio di Stoccarda avrà per sempre un  posto speciale nella loro famiglia. Chi era e cosa ha fatto Angel lo avete capito. Il figlio, Mikel, lo trovate oggi su tutte le prime pagine dei quotidiani spagnoli: è l’uomo che ha deciso il quarto di finale contro la Germania siglando il 2-1 poco prima dei rigori. E poi via, di corsa alla bandierina per un altro giro attorno alla bandierina. La stessa esultanza di papà, nello stesso stadio. Scene che Mikel ha recuperato solo in VHS, emulando papà in salotto sognando, un giorno, di ripetere quell’esultanza con la maglia della nazionale. 

Perché Stoccarda sara anche la patria di Mercedes e Porsche, ma anche il tempo sa essere veloce. E senza smentire Carl Gustav Jung nell’affermare che le coincidenze non esistono, a Stoccarda Mikel aveva debuttato con la nazionale maggiore della Spagna nel 2020. 

E, qui, tra un giro attorno alla bandierina e l’altro, la famiglia Merino si sente a casa, anche se continuano a preferire i cordero al chilindrón al Maultaschen. 

Quando vi chiedono come facciamo a seguire 22 persone che corrono dietro a una palla, rispondete che viviamo per storie come queste. 

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