Mou-Crus, special a confronto

Calcio, Editoriali, Super league

Autore Riccardo Vassalli

22 Luglio 2024

Fischietta, Mattia Croci-Torti. Abbiamo ormai imparato a decifrare anche i movimenti dell’allenatore del Lugano: felicità e concentrazione, se il corpo parlasse. Sono gli occhi, in questo caso, a parlare: il “Crus” respira aria di Champions League, flashback di sogni fatti e rifatti. Certo, i preliminari non prevedono l’inno con la musichetta “the campions”, ma va bene lo stesso. Per quello, eventualmente, ci sarà tempo e modo.

Prima c’è da superare un ostacolo chiamato Fenerbache, che a livello europeo si è già fatto conoscere con 26 partecipazioni alla Champions League. Dopo lo smacco di aver chiuso al secondo posto con 99 punti dietro ai rivali di sempre, i “canarini gialli” quest’anno non vogliono nascondersi: artiglieria pesante in attacco, un centrocampo di tutto rispetto e una difesa rocciosa. Il tutto con José Mourinho in panchina. Lo stesso “special” che Lugano l’ha conosciuta da vicino facendoci studiare i figli. Lo stesso “mou” che 14 anni fa regalò a un 28enne Mattia Croci-Torti una gioia indimenticabile per chi ha il cuore un po’ tinto di neroazzurro. Sarà Lugano-Fenerbache, ma sarà anche Crus vs Mou: una sfida che anni fa sembrava impensabile, tranne per chi non crede nei propri sogni.

“Sarà una sensazione speciale – disse il Crus al momento del sorteggio -. Mourinho è stato ed è tuttora una fonte di ispirazione nel mio percorso. Lui è stato uno di coloro che mi hanno trascinato a intraprendere questa carriera. Se faccio l’allenatore è anche grazie al suo carismo e alla voglia che avevo di imitarlo nei miei primi anni di carriera. Sarà affascinante vederlo a pochi metri di distanza”.

Domani la stretta di mano, gli abbracci e poi tutti al proprio posto a inseguire l’obiettivo. Mattia Croci-Torti lo farà con la consapevolezza che, per arrivare pronto, anche Mourinho avrà dovuto scoprire di più sul suo conto. E forse, a proposito di Turchia, qualcuno gli avrà confidato nell’orecchio di stare particolarmente attento, perché sotto a un cappellino si nascondono idee di calcio che possono fare male.

“Noi – ha detto l’allenatore in conferenza stampa – non abbiamo niente da perdere. Perdere contro il Lugano per loro sarebbe un fallimento. Noi siamo di fronte a un sogno che vogliamo realizzare”. Tradotto: la pressione, se esiste, è tutta sul Fenerbache.

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