Nel gruppo 1 della Terza Lega, l’equilibrio continua a regnare sovrano, con almeno quattro squadre che sognano la promozione in Seconda Lega. Tra queste spicca il Ligornetto, che, dopo un inizio complicato – complice anche i tanti cambiamenti estivi – ha trovato la giusta sintonia, scalando la classifica fino al quarto posto con 21 punti, sette in meno della capolista.
Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Mattia Bertolino, attaccante in forza ai gialloneri, protagonista di una grande prima parte di stagione con 6 gol e 9 assist. Insieme a lui abbiamo parlato dell’esperienza a Ligornetto, del gruppo che si è creato, delle difficoltà iniziali e della risalita che ha rilanciato la squadra.
1. Ciao Mattia, dopo un inizio di stagione complicato, il Ligornetto ha trovato continuità, chiudendo il girone d’andata al quarto posto, a sette punti dal Rapid capolista. Qual è l’obiettivo della squadra per questa stagione? La promozione è un sogno possibile?
“Siamo una squadra forte, con giocatori di grande qualità. L’inizio è stato complicato: abbiamo cambiato tanti elementi e ci è voluto un po’ per conoscerci e trovare il giusto equilibrio. Il calcio è un gioco di squadra, e non conoscerci a fondo ci ha portato a risultati negativi nelle prime partite. Dopo 6-7 gare, però, abbiamo trovato la quadra e siamo riusciti a cambiare ritmo, inanellando una serie di vittorie e risalendo in classifica.
L’obiettivo è la promozione. Forse non siamo ancora pronti per vincere il campionato, ma possiamo sicuramente puntare al secondo posto e giocarci lo spareggio per salire in Seconda Lega”.
2. Sul piano personale, hai disputato una buona prima parte di stagione, realizzando 6 gol e 9 assist. Ti poni l’obiettivo della doppia cifra? Cosa pensi di poter migliorare per essere ancora più incisivo?
“Ogni stagione mi pongo degli obiettivi personali e, quasi sempre, riesco a raggiungerli. Ovviamente voglio arrivare in doppia cifra, ma il mio vero obiettivo è toccare quota 20 gol, il massimo a cui aspiro quest’anno.
Per migliorare, credo di dover lavorare ancora più intensamente in allenamento: penso che l’allenamento sia la chiave per fare la differenza in partita. Voglio alzare il livello delle mie prestazioni durante la settimana per essere sempre più incisivo nelle gare del weekend”.
3. Com’è il clima all’interno dello spogliatoio? C’è sintonia tra voi giocatori e con il mister e il suo staff? Qual è la caratteristica che rende unico il vostro gruppo?
“Per la prima volta, sento di avere una vera e propria famiglia anche nel calcio. Ho giocato in tante squadre e non rimpiango nulla, ma quest’anno mi sento davvero a casa. Il gruppo è fantastico: ci troviamo spesso anche fuori dal campo, per bere qualcosa o cenare insieme. Siamo diventati amici, e non è facile trovare un ambiente così bello e genuino.
Con il mister e il suo staff è lo stesso discorso: sono parte integrante del gruppo e della famiglia. Sono veramente felice di essere qui a Ligornetto”.
4. Nel Ligornetto ci sono tanti giovani promettenti. Ce n’è uno che ti ha particolarmente colpito per crescita o qualità? E chi consideri il giocatore più indispensabile per la squadra, quello da cui non si può prescindere?
“Siamo una squadra giovane, e forse in alcune situazioni è mancata un po’ di esperienza per portare a casa partite “sporche”. Non voglio sembrare retorico, ma quest’anno non vedo un giocatore indispensabile: siamo un gruppo unito, dove ognuno dà il massimo per gli altri. Siamo tutti utili, ma nessuno è insostituibile”.
5. Se dovessi descrivere il Ligornetto con una sola parola, quale sceglieresti e perché?
“Direi “alligatore”: silenzioso ma letale. All’inizio ci davano tutti per spacciati, ma noi abbiamo lavorato in silenzio, senza fare rumore, e siamo diventati letali sul campo. Speriamo di continuare così anche nel girone di ritorno”.
6. Il Ligornetto è ormai spesso associato alla figura di Ivan De Luca, attaccante che ha vinto la classifica marcatori per due stagioni consecutive. Com’è giocare al suo fianco? Quanto è importante per te e per la squadra avere un compagno con così tanto carisma ed esperienza?
“Ivan mi deve già un paio di cene (ride, ndr) perché la metà dei suoi gol sono arrivati grazie ai miei assist!
A parte gli scherzi, Ivan è prima di tutto un amico. Andiamo molto d’accordo e giocare con lui è facile e divertente: vede e fa cose che non sono da tutti. In campo ci intendiamo alla perfezione.
Abbiamo un attacco forte, ma credo che non abbiamo ancora mostrato il nostro vero potenziale. Le squadre avversarie sono avvisate: nel girone di ritorno faremo ancora meglio. Sono contento di averlo come compagno, perché averlo contro sarebbe una bella gatta da pelare”!
7. Come vivi il tuo ruolo di attaccante? Preferisci essere un finalizzatore puro o ti piace anche costruire gioco e aiutare la squadra in altre fasi?
“Vivo il mio ruolo a tutto campo: puoi trovarmi in attacco a cercare il gol e subito dopo in difesa ad aiutare i compagni. Sono un uomo di corsa, sempre pronto a dare una mano alla squadra. Il mister mi alterna tra punta centrale e attaccante esterno a destra. Personalmente preferisco partire dall’esterno, rientrare sul mancino e calciare.
Comunque sono a completa disposizione della squadra. Ho giocato anche come centrocampista, quindi mi considero un giocatore duttile. Ovunque mi metta il mister, cerco di dare il massimo. Mi chiamano “Bomber”… e un motivo c’è: davanti alla porta segno, e segno tanto”!
8. C’è un attaccante che ammiri o a cui ti ispiri?
“La mia fonte di ispirazione è Cristiano Ronaldo. Abbiamo un ruolo simile e mi ispiro a lui sia per il modo di giocare sia per l’attitudine al lavoro. Nonostante sia il migliore al mondo, è sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Non si accontenta mai. Cerco di portare quella mentalità ogni giorno sul campo”.
9. Guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi personali? Ti immagini ancora a lungo protagonista con il Ligornetto o hai altri sogni da realizzare nel calcio?
“Sul piano personale, voglio migliorare i miei numeri: 6 gol e 9 assist nel girone d’andata sono buoni, ma posso fare di più. A livello di squadra, l’obiettivo rimane quello concordato con il presidente.
Detto questo, ammetto che ho ricevuto offerte, sia dalla Svizzera che dall’Italia. Nei prossimi giorni parlerò con il direttore sportivo e il presidente per decidere insieme cosa fare. Ho un bellissimo rapporto con loro e voglio essere chiaro e diretto. A 29 anni mi sento nel mio “prime”, nel miglior momento della mia carriera. Un pensiero a salire di categoria c’è, e valuterò con calma”.
10. Immagino abbiate una chat di squadra. Chi sono i più attivi o divertenti? È uno spazio dove si scherza o lo usate anche per motivarvi e parlare di calcio?
“Ovviamente abbiamo una chat di squadra, dove circolano un sacco di “cagate”! (ride,ndr)
I più attivi siamo sicuramente io, Soragni e Cavallaro: siamo il “terzetto magico”, dentro e fuori dal campo. Portiamo allegria e carichiamo il gruppo, ma anche la sintonia che si crea lì è importante per raggiungere i nostri obiettivi”.
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A come… Arbitro