Il richiamo del Ticino, “Cipo-gol” is back. A Giubiasco “per aiutare”. “Ho la pelle d’oca se riguardo…”

Calcio, Mercato, Terza lega

Autore Riccardo Vassalli

30 Gennaio 2025

Cipo is back. Matteo Cipolletti, attaccante classe 1985 che non necessita presentazioni nel nostro calcio, è tornato a calcare i campi ticinesi dopo un breve richiamo dell’Italia. Vedeggio, Mendrisio, Novazzano, Taverne, Collina d’Oro, Agno sono solo alcune delle tappe dove il bomber ha lasciato il segno. Ora il ritorno in Ticino per vestire la maglia del Giubiasco di mister Tamagni.

“Cosa mi aspetto da questa avventura? Sinceramente non mi aspetto nulla. O meglio, spero solo di poter dare una mano alla squadra per concludere al meglio la stagione. Siamo a sette punti dal secondo posto e tutto è possibile”, esordisce “Cipo-gol” consapevole che il campionato di Terza Lega 2 può riservare ancora molte sorprese.

Troppo forte il richiamo del calcio ticinese. “Ho giocato per tanti anni in Svizzera e ormai è il “mio” calcio. Qui mi sento a casa. Non possiamo paragonare le strutture e l’organizzazione che abbiamo in Ticino con quelle di oltre confine”.

Che Cipolletti ritroviamo il Ticino? “Un giocatore maturo, con tanta esperienza e voglia di rimettersi in gioco. Non sono a Giubiasco con la pretesa di giocare tutte le partite o partire dall’inizio. Arrivo con la massima umiltà, conscio dei miei acciacchi, ma allo stesso tempo consapevole di poter dare il mio a livello di mentalità e attitudine.

In biancorosso, l’attaccante ritrova volti già noti. “Sì, conosco già qualche giocatore, tra cui Tafuri, che mi ha spinto a scegliere Giubiasco. Anche lo staff tecnico lo conosco, come il mister Tamagni e il vice Pietro Pallone, che è stato mio compagno di squadra. Con “Tama”, invece, siamo sempre stati avversari, tranne in un’occasione alla Regions’Cup”.

Tra i tanti momenti vissuti in carriera, Cipolletti non ha dubbi su quale sia stata l’esperienza più significativa: “Sicuramente i tre anni a Mendrisio. Sono stati i miei primi anni nel calcio svizzero e quelli che mi hanno aiutato a crescere di più.” E se si parla di gol indimenticabili, la risposta arriva immediata: “Rimane sempre lo stesso! Il gol nel derby contro il Chiasso. Ancora oggi, ogni tanto, riguardo il video e mi viene la pelle d’oca.”

Nessun rimpianto per il percorso fatto, se non uno: “Forse solo uno, non essermi mai affidato a un procuratore capace negli anni giusti. Ormai puoi essere un giocatore mediocre, ma se hai un ottimo procuratore fai molta più strada di chi ha più qualità.” Ma non c’è amarezza nelle sue parole, solo consapevolezza: “Sono contento di quello che ho fatto e del percorso che ho seguito. Mi ha portato a conoscere realtà societarie fantastiche e, soprattutto, persone straordinarie. Quindi è andata benissimo così.”

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