Un buon girone d’andata per il Coldrerio, che ha chiuso in terza posizione dietro Rapid Lugano e Chiasso. Con cinque punti di distacco dalla capolista Rapid, tutto è ancora possibile nel girone di ritorno.
Abbiamo intervistato il direttore sportivo Renato Santillo per parlare delle ambizioni della squadra, delle sfide del suo nuovo ruolo e delle sue proposte per valorizzare il calcio regionale ticinese.
Buon girone d’andata per il Coldrerio, chiuso al terzo posto, dietro Rapid e Chiasso. Quali sono gli obiettivi per il girone di ritorno?
L’obiettivo è restare nelle prime tre, come avevamo previsto a inizio stagione. Detto questo, l’appetito vien mangiando. Il girone d’andata ha dimostrato che Rapid e Chiasso sono stati superiori, soprattutto negli scontri diretti, ma se ad aprile saremo vicini, proveremo a giocarcela fino alla fine.
Con un passato da calciatore, quanto è difficile adattarti al ruolo di direttore sportivo? Quali sono le principali differenze tra vivere il calcio dal campo e gestirlo dalla scrivania?
Non ho ancora fatto lo “switch” definitivo, in tanti momenti mi sento ancora un calciatore.
Le differenze sono sostanziali: in settimana sono spesso sul campo e, quando posso, aiuto Simone Snider. Ma ora devo anche organizzare e preparare tutto ciò che serve alla squadra per rendere al meglio.
Durante le partite, invece, soffro perché non posso intervenire (ride, ndr). Da calciatore, al fischio finale il tuo lavoro è finito, mentre per lo staff è appena iniziato. Se le cose non vanno bene, bisogna subito mediare e recuperare durante la settimana.
Una parola per descrivere il Coldrerio. Quale scegli e perché?
Piccola e bella realtà. C’è un potenziale enorme, ma c’è ancora tanto lavoro da fare.
Durante questi primi mesi, c’è stata una trattativa che ti ha reso particolarmente orgoglioso? Raccontaci qualcosa dietro le quinte.
Mi piace pensare che la trattativa migliore sarà sempre la prossima.
A parte gli scherzi, la trattativa più surreale è stata quella per Moscatiello. Portare un giocatore del suo livello in Terza Lega sembrava impossibile, se me lo avessero detto un anno fa non ci avrei creduto.
La trattativa è avvenuta mentre ero in spiaggia a Formentera, è stato surreale. Per qualche minuto mi sono sentito un direttore sportivo di Serie A (ride, ndr).
Con il mercato di riparazione ora aperto, state lavorando su qualche movimento in entrata? Ci sono ruoli specifici che state cercando di rinforzare?
Sì, stiamo lavorando intensamente. Abbiamo perso entrambi i portieri del girone d’andata, quindi il ruolo del portiere è sicuramente una priorità.
Inoltre, con l’addio di Martorana, stiamo cercando due giocatori offensivi per rafforzare il reparto d’attacco.
Parlando del gruppo, quali sono i giocatori più importanti per la squadra? C’è qualcuno che consideri un vero leader o un giovane talento su cui puntare?
Il nostro punto di forza è lo zoccolo duro dei ragazzi di Coldrerio. Orelli è il capitano e il nostro giocatore più importante. Come leader direi Zanini: è entrato in punta di piedi, ma è diventato fondamentale per il gruppo.
Tra i giovani, ne abbiamo integrati quattro dal settore giovanile per questa seconda metà di stagione. Uno su cui puntiamo molto è Nathan Valese, classe 2007. Purtroppo si è infortunato nel momento in cui avrebbe trovato maggiore spazio, ma ha un grande potenziale e un futuro promettente.
Qual è la tua visione del calcio regionale ticinese? Cosa pensi si possa migliorare per valorizzare i talenti locali e rendere le società più competitive?
In generale per migliorare il nostro movimento punterei maggiormente sui campi sintetici. La pioggia spesso costringe a rinviare le partite, e recuperarle in settimana è complicato. Lo abbiamo visto anche in questo girone d’andata, avere un campo sintetico ti permette di giocare una volta a settimana, e può essere un vantaggio.
Inoltre, mi piacerebbe si introducesse l’obbligo di schierare giovani ticinesi: nei campionati di Seconda, Terza e Quarta Lega, almeno quattro under in campo. Questo favorirebbe la crescita dei nostri talenti e renderebbe i campionati più competitivi, dando valore, spazio e maggiore seguito al nostro calcio regionale
A fine mese andrete in ritiro. Come mai questa scelta?
Andremo a Desenzano del Garda, come lo scorso anno. Il ritiro è un mix di svago, divertimento e preparazione al campionato: doppie sedute di allenamento e tre giorni vissuti quasi da “professionisti”. È anche un’occasione per fare gruppo e creare unione. Porteremo con noi alcuni giovani del settore giovanile per immergerli nell’ambiente della prima squadra e valutarli con maggiore attenzione.