Inutile nascondersi. Il Balerna è una della realtà più consolidate del massimo campionato ticinese. Una protagonista assoluta da tanti anni della categoria e che nelle ultime stagioni ha sempre abitato la parte sinistra della classifica. Con un campionato che si preannuncia privo di padroni e con una griglia di partenza più folta che mai, anche i neroazzurri partono con diritto nel gruppone di testa. E chi da tre anni difende la causa dei momò è Matteo Toniolo, centrocampista italiano classe 2001. Veloce e grintoso, è una pedina fondamentale dello scacchiere di Pichierri, tanto che nello scorso anno lo ha impiegato in tutte le posizioni del centrocampo.
Insieme al Vallemaggia, siete stati gli unici a vincere in questa prima giornata: credete alla corsa al titolo?
“Molto difficile dirlo dopo una sola giornata. Vero è che rispetto alla stagione passata in cui partivamo in sordina, quest’anno siamo più consapevoli della nostra forza e delle nostre caratteristiche. Non posso negare che in spogliatoio si è parlato e si parla di corsa al titolo: a ogni modo insieme allo staff e alla dirigenza abbiamo deciso di pensare partita per partita e poi a fine anno tirare le somme. Dovessi citare tre squadre per il podio, dico le due neopromosse Chiasso e Semine, che disponevano già di rose molto forti e si sono aiutate con un mercato di alta fascia. Insieme a loro nomino le “veterane” Morbio, Sementina, Cadenazzo e, visto il mercato, Vallemaggia”.
In questo primo turno hai giocato davanti alla difesa, mentre in passato hai ricoperto anche altre posizioni della mediana e dell’attacco: dove ti trovi meglio?
“Nella prima partita ho giocato a centrocampo insieme a Tirelli con cui, nonostante sia arrivato quest’anno, ho già una bella intesa. Nella scorsa stagione il mister mi ha schierato da play davanti alla difesa, come mezz’ala e a fine stagione sono tornato nel mio ruolo d’origine che è l’esterno d’attacco. La posizione in cui mi trovo meglio è forse proprio quest’ultima, quella in cui ho giocato per più tempo. Devo dire però che in questo ultimo biennio ho iniziato ad apprezzare anche il fatto di giocare dentro al campo, dove spesso bisogna giocare a due tocchi e prendere scelte rapide. Quando gioco esterno, invece, mi piace puntare il diretto avversario per provare a saltarlo e poi decidere se crossare o accentrarmi per concludere”.
Di fatto avete mantenuto il gruppo dello scorso anno: cosa c’è a Balerna che non si trova altrove?
“E’ vero. Credo che la dirigenza abbia fatto ottimo lavoro mantenendo praticamente invariato lo zoccolo duro dello scorso campionato. In aggiunta, i ragazzi che sono arrivati come Mirabella, Cecchetto, Ballerini e Tirelli sono tutti molto forti. Balerna non è una società di calcio ma una famiglia: un gruppo di persona meravigliose e un ambiente sano che aiuta il gruppo a crescere”.







