Arosio, a tu per tu con il DS Lubello: “l’ambizione è la Terza Lega. Siamo una grande famiglia”

Calcio, Quarta lega

Autore Simone Belluzzi

20 Gennaio 2025

L’Arosio di Kevin Cannizzaro, secondo nel girone qualificazione di Quarta Lega e di conseguenza qualificato al girone Promozione che, a partire da marzo, decreterà le due squadre che staccheranno il pass per la Terza Lega.
Un girone qualificazione che fa ben sperare per questo 2025 tutto da seguire. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Silvio Lubello, DS e legatissimo alla realtà Arosio, per parlare con lui di questa stagione importante per i nerazzurri.

Prima parte di stagione molto positiva, con la qualificazione al girone promozione ottenuta senza troppe difficoltà. Qual è l’obiettivo finale? Puntate concretamente alla promozione?

Si, abbiamo l’ambizione di centrare la promozione in Terza Lega, sappiamo che non sarà facile ma dobbiamo avere la voglia e la fame di raggiungere questo traguardo. Partire bene sarà fondamentale per portare entusiasmo e per crederci fin da subito.

Chi pensi sia la grande favorita per il girone promozione?

Noi dobbiamo guardare a noi stessi, ma credo che la grande favorita sarà il Paradiso 2 anche in virtù di quanto fatto nel girone qualificazione. Credo che loro possano essere i grandi favoriti, anche per la struttura societaria.

Se dovessi descrivere l’Arosio in una parola, quale sceglieresti e perché?

Famiglia, perché i giocatori sono un po’ “coccolati”, se hanno bisogno noi come società ci siamo. Facciamo il massimo per farli sentire a casa. È una squadra di paese, anche molto piccola, ma non ci manca davvero nulla.

Il mercato è aperto: ci sono movimenti da segnalare, sia in entrata che in uscita? State cercando di rinforzare la squadra in qualche reparto specifico?

Ci stiamo muovendo e stiamo contattando qualche ragazzo che reputiamo interessante. Dobbiamo far fronte a una partenza: Damiano La Russa, a cui sono molto legato, perché vuole recuperare al meglio da un infortunio che lo ha fermato per qualche tempo, e poi, perché no, tornare da noi in futuro.
I ruoli che stiamo cercando sono sicuramente un difensore centrale e un attaccante per sostituire Damiano.

L’Arosio ha un’identità forte: come descriveresti la filosofia del club? Puntate sul valorizzare i giovani locali?

Puntiamo sui giovani per dare continuità negli anni, ma negli ultimi tempi abbiamo affrontato tanti cambi generazionali. Quest’anno, anche grazie all’aiuto del mister Kevin Cannizzaro, abbiamo cambiato molti giocatori in cui crediamo moltissimo.
Diciamo che partiamo da tanti ragazzi giovani, anche a partire dai 18 anni. Ma c’è un bel mix, perché ci sono anche ragazzi più grandi che aiutano i più giovani nella crescita.

Il ruolo di DS a questo livello comporta sfide diverse. Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato e quali invece le soddisfazioni più grandi?

Le difficoltà, che a me piace affrontare positivamente, sono chiaramente quelle di convincere i ragazzi a venire a giocare ad Arosio. A questa altitudine non è così semplice.
Credo che la scelta del mister, Kevin Cannizzaro, giovane e all’interno del sistema calcio giovanile da tempo, abbia creato una sinergia interessante. Lui mi ha aiutato parecchio a convincere i ragazzi a sposare il nostro progetto.
Ho allenato l’Arosio in passato, sono stato l’allenatore della promozione del 2013, ma dopo circa 20 anni avevo perso un po’ di motivazioni e stimoli. Discutendo con la società, abbiamo deciso che non volevamo rovinare un gruppo fantastico, quindi sono rimasto in società nel ruolo di DS.

Guardando alla rosa attuale, quali sono i punti di forza dell’Arosio? C’è un giocatore che consideri il leader o qualche giovane su cui puntare per il futuro?

La forza dell’Arosio è sicuramente il gruppo, cosa in cui io credo molto. Per me è sacro e non va assolutamente rovinato.
Non credo ci sia un leader unico nell’Arosio: sono tutti leader e super coinvolti. In campo, il leader è l’allenatore, che tutti ascoltano.

Cosa pensa del calcio in Ticino? Cosa miglioreresti del nostro calcio?

Io credo che la Terza e la Quarta Lega debbano essere campionati per divertirsi e far crescere i nostri ragazzi. Mi piacerebbe ci fosse una cultura più legata a questi valori e meno alla vittoria a tutti i costi.
Inoltre, penso che bisognerebbe analizzare meglio la figura dell’arbitro. Ci tengo a dire che sono fondamentali per il nostro calcio, perché ci permettono di esprimerci. Tuttavia, nelle nostre categorie ci sono sempre le stesse figure. Mi chiedo perché un arbitro di Seconda Lega non possa venire a dirigere anche in Quarta: migliorerebbe lui e anche noi. Potrebbe portare più tranquillità e qualche insegnamento alle società.

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