Arbedo, bomber Rexhepi: “in Ticino a casa come in Kosovo. Zivko è un leader e Cedeno ha grandi qualità”

Calcio, Seconda lega

Autore Simone Belluzzi

21 Novembre 2024

L’Arbedo ha vissuto una prima parte di stagione tra alti e bassi: dopo un buon inizio, l’addio di Shala ha lasciato strascichi che hanno fatto scivolare i rossoblù fino al penultimo posto in classifica. Una posizione che, a fine anno, significherebbe retrocessione in Terza Lega. Tuttavia, la lotta salvezza è ancora lunga, con almeno sette squadre coinvolte e nessuna davvero tranquilla. Mancano ancora 13 gare, e tutto può succedere-

Il protagonista indiscusso di questa prima parte di stagione dell’Arbedo è sicuramente Kushtrim Rexhepi, bomber kosovaro classe 1994, che in patria ha giocato fino alla Serie B. Con 12 gol all’attivo – 9 in campionato e 3 in Coppa – è il trascinatore della squadra. Abbiamo avuto il piacere di parlare con lui della stagione dell’Arbedo, del suo passato in Kosovo e delle difficoltà affrontate nel trasferirsi in Ticino.

La prima parte di stagione è stata complicata per l’Arbedo. Quali sono gli aspetti su cui lavorare per credere nella salvezza?

“La prima parte di stagione non è finita come speravamo. Dobbiamo migliorare tanto, soprattutto nella fase difensiva, perché subiamo troppi gol facili. È su questo che dobbiamo lavorare se vogliamo credere nella salvezza.”

Con 12 gol tra campionato e Coppa Ticino, sei uno dei migliori marcatori della categoria, nonostante le difficoltà della squadra. Hai fissato un obiettivo personale di gol per la stagione o il tuo focus è esclusivamente sul risultato collettivo?

“Ho segnato nove gol in campionato e tre in Coppa, per un totale di dodici reti. Se continuo così, credo di poter arrivare a circa 20 gol entro la fine della stagione. Certo, la cosa più importante è il bene della squadra, ma per noi attaccanti segnare è una missione: dobbiamo sempre cercare di fare gol, è il nostro compito.”

Com’è l’atmosfera all’interno del gruppo, soprattutto in una situazione delicata come quella attuale? Ci sono giovani che ritieni particolarmente promettenti o che hanno fatto passi avanti significativi in questa prima parte di stagione? E secondo te, chi è il giocatore indispensabile per l’Arbedo?

“L’atmosfera all’interno del gruppo è sempre stata buona, almeno da quando sono qui. Abbiamo diversi giovani interessanti: Gabriel Cedeno, per esempio, secondo me è uno dei migliori della squadra, ha tante qualità ed è ancora molto giovane. Poi c’è Yari Perini, che può dare di più perché il talento ce l’ha, ma alcuni devono ancora crescere. Il nostro miglior giocatore? Per me è “Melk Gallo”, ma purtroppo è stato fuori per quasi due mesi a causa di un infortunio. Ora è tornato e speriamo che riesca a giocare tutte le partite da qui alla fine della stagione.”

Sabato vi attende la sfida contro la capolista Castello, l’ultima prima della pausa. È l’occasione giusta per regalarvi un inverno sereno?

“Sabato sarà un’altra battaglia per noi. Non abbiamo nulla da perdere e ci stiamo allenando bene questa settimana. Andremo lì per dare tutto e provare a portare a casa qualche punto.”

Hai segnato dodici gol, ma c’è stato un gol o una partita in particolare che senti più speciale o significativa per te e per la squadra?

“Tutti i gol per me sono importanti, ma quello contro il Vedeggio, nel 3-2, è stato fondamentale. Anche il gol contro il Morbio, per l’1-0 in casa, è stato speciale perché ha portato una vittoria.
Però il gol che mi piace di più è quello segnato contro il Tenero, per l’1-0: peccato che alla fine quella partita l’abbiamo persa 4-2.”

Sei un punto di riferimento per i tuoi compagni. Come vivi questo ruolo nello spogliatoio? Ti senti più un leader silenzioso o uno che carica il gruppo anche a parole?

“Nello spogliatoio cerco sempre di fare la mia parte. Sono uno dei più esperti e ho il rispetto di tutti. Provo a motivare i giovani, ma il nostro capitano, Josip Zivko, è davvero bravo a caricare il gruppo, anche se è più giovane di me. Io lo rispetto molto, è una parte fondamentale della squadra.”

Cosa ti ha portato in Ticino e che realtà hai trovato? Ti piace vivere qui?

“Sono arrivato in Ticino per mia moglie, ora viviamo qui insieme e stiamo bene. Lavoriamo come tutti e io gioco a calcio. Ho anche la mia attività lavorativa e sono contento. All’inizio è stato difficile abituarsi: non parlavo la lingua e non conoscevo nessuno. Adesso è tutto diverso, riesco a comunicare un po’, ho fatto tante amicizie sia fuori che grazie al calcio. È stato proprio il calcio ad aiutarmi a integrarmi velocemente e oggi mi sento a casa. Sono qui da due anni e mezzo e mi piace tantissimo: il Ticino è simile al Kosovo, più o meno. Ci sono tanti kosovari e a volte non sembra nemmeno di essere lontano dal mio paese. Ora arrivano le vacanze e ne approfitteremo per tornare a trovare la famiglia. Poi torneremo pronti per allenarci e raggiungere i nostri obiettivi con l’Arbedo.”

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